3. Storia dell’Economia (Thomas Robert Malthus)

English: Thomas Malthus

Thomas Malthus (Photo credit: Wikipedia)

Thomas Robert Malthus visse  in Inghilterra fra il 1776 e il 1834

Malthus scrisse l’Essay on the Principle of Population as it Affects the Future Improvement of Society (1798; Saggio sul principio di popolazione e sui suoi effetti sul futuro miglioramento della società) dove sostenne il ricorso al controllo delle nascite per impedire l’impoverimento dell’umanità, perché l’incremento demografico avrebbe spinto a coltivare terre sempre meno fertili con conseguente penuria di generi di sussistenza per giungere all’arresto dello sviluppo economico, poiché la popolazione tenderebbe a crescere più velocemente della disponibilità di alimenti.

Ma un’altra opera di Malthus, Principles of Political Economy (1820; Principi di economia politica), è importante, perché vi si trova formulata la “teoria degli ingorghi”: Malthus dimostrò, precorrendo J. M. Keynes, che non solo le crisi sono possibili ma che esse sono dovute a un eccesso di risparmio e a un’insufficienza dei consumi, o, meglio, a un’insufficienza di quella che ora si chiamerebbe domanda effettiva, dovuta, da una parte, al fatto che i salari sono per definizione inferiori al valore della produzione e, dall’altra, all’altrettanto naturale tendenza al risparmio dei capitalisti.

Fu il primo economista a capire che se non si creano le condizioni che permettano ai consumatori di avere soldi per comprare la merce, crolla l’economia. Capì appunto che ci devono essere prima i redditi, poi verranno le vendite. Capì che se la borghesia industriale produceva tutta quella roba nuova, ci doveva essere qualcuno che la comprava in quanto possessore di reddito, se no l’economia sarebbe fallita.

Oggi diremmo che crolla la ‘domanda’. In economia la ‘domanda’ significa la richiesta da parte del pubblico di prodotti da comprare, che avviene appunto se ci sono soldi da spendere. Più precisamente si parla di ‘domanda aggregata’, cioè l’insieme delle richieste di acquisti di beni e servizi da parte di tutti i cittadini e delle aziende del Paese. Ovvio che se questa ‘domanda aggregata’ cala, o crolla, perché non ci sono soldi da spendere, crollano anche le vendite e, se crollano le vendite, crollano le aziende e, se crollano le aziende, i manager licenziano o mettono in cassa integrazione e, se tutto questo accade, crolla l’economia del Paese. Quindi in una nazione sana ci deve sempre essere una buona ‘domanda aggregata’ (non necessariamente solo di cellulari e profumi, anche di servizi umani e ambientali), ma perché ci sia occorre che tutti abbiano un lavoro e un buono stipendio.
Oggi gli economisti Neoliberisti sono convinti che basta stimolare la produzione di beni e servizi che automaticamente ci sarà gente che li compra. Se da un lato sembra non avere senso perché sarebbe come riempire i supermarket di merci ma se le famiglie non hanno stipendi sufficienti nessuno compra niente, dall’altro è anche vero che esistono casi in cui questa pratica funziona benissimo, grazie alla pubblicità o meglio ancora a una geniale e ben mirata promozione del prodotto. Come per l’iPad. Il tablet esisteva già da molti anni ma non aveva mai riscontrato alcun successo nel desiderio delle persone. Ma questo è stato uno dei migliori casi in cui il prodotto ha creato un bisogno che non c’era, l’ha fatto divenire una necessità per molti e ha ottenuto un enorme successo. In questi casi il concetto Neoliberista dell’economia ha funzionato: molte persone pur non avendo il denaro hanno comunque acquistato un prodotto stimolate dall’economia stessa, dalla pubblicità, dai media, dal design, dalla tecnologia, dall’utilità o da altri motivi. Ma se la gente ha potuto e può acquistare questi prodotti pur non avendo il denaro, è solo grazie al sistema economico stesso che ti presta il denaro, alle banche. Quindi l’economia odierna è questa: riempire il mercato di prodotti, ammaliare le persone e venderli a scapito di creare debiti nelle famiglie. Oggi tutti questi debiti sono diventati un problema, soprattutto perché il denaro non circola più con la stessa abbondanza, le persone non riescono più a pagare i debiti accumulati o a farne di nuovi e i prestiti bancari non vengono più elargiti con quella facilità a causa dell’insolvibilità del debito generato, e quindi le persone smettono di comprare e l’Economia si ferma.

Malthus già a inizio ‘800 disse che stimolare di per sé i borghesi di allora ad aprire fabbriche o a commerciare con le Indie, quindi a produrre mercanzie, non avrebbe mai creato sufficienti acquirenti per tutte quelle merci. Ma nell’800 non esisteva ancora la pubblicità dei mass-media come oggi.

Comunque il concetto di base, con pubblicità o senza, non cambia. Perché senza denaro, reale o prestato, nessuno compra niente.